giovedì 2 aprile 2009

Pubblichiamo una riflessione di Claudia Livi condividendo ogni parola


La sentenza della Consulta testimonia la capacità – da parte dei giudici – di andare nella direzione di tutela della salute della donna che per avere figli deve sottoporsi a tecniche di procreazione assistita.

Non è stato invece capace di farlo il Parlamento, che ha legiferato su un tema così delicato senza conoscerlo e senza tenere in nessun conto il parere degli esperti che lavorano in questo campo. Ed è desolante constatare che solo i giudici hanno cercato di capire e si sono messi dalla parte dei pazienti, con la mente libera da preconcetti di tipo etico- religioso.


La sentenza riporta in particolare anche nella giusta cornice il rapporto fondamentale medico-paziente, riconoscendo al medico la discrezionalità nel valutare il singolo caso, che era stata completamente negata dalla legge 40.

L’associazione di centri di diagnosi e cura dell’infertilità CECOS Italia si è costituita “ad adiuvandum” con le associazioni pazienti perché ha fermamente creduto nella necessità di cambiare una legge così crudele e piena di divieti, che ha portato migliaia di nostre coppie a dover varcare i confini nazionali per cercare altrove, in Europa, una assistenza adeguata.

Il CECOS Italia esprime piena soddisfazione per questo primo traguardo: la sentenza apre nuovi scenari per la revisione della legge, che oggi appare inderogabile.

Claudia Livi, Presidente CECOS Italia


LA CORTE COSTITUZIONALE SI E' ESPRESSA DICHIARANDO PARZIALMENTE ILLEGITTIMA LA LEGGE 40/2004




FINALMENTE QUALCOSA
POTRA' CAMBIARE


ecco la sintesi dela decisione sull'incostituzionalità; ora dobbiamo continuare il lavoro, dobbiamo far cadere quegli articoli che ancora penalizzano le donne e le coppie che vivono il problema della infertilità



Sintesi della decisione sull’incostituzionalità della norma:

  1. (Art. 14 comma 2) Incostituzionale l’obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti (causa delle gravidanze plurime che determinano il più delle volte aborti spontanei e nessun nato);
  2. (Art. 14comma 2) Incostituzionale il limite di produzione di un numero non superiore a tre di embrioni (cadendo il limite è osservato principio della minore invasività delle tecniche, e il medico potrà decidere il numero di embrioni da produrre in base alle esigenze sanitarie della coppia);
  3. (Art. 14 comma3) illegittimità costituzionale nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, come previsto in tale norma, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna.(emerge la tutela della salute della donna, che ha prevalenza rispetto all’embrione. Coerenza giurisprudenza costituzionale)

La Corte ha poi dichiarato inammissibili:

- per difetto di rilevanza nei giudizi principali, le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 6, comma 3,(revoca del consenso) e 14, commi 1 e 4.(divieto di crioconservazione e riduzione embrionaria in gravidanze plurime).

Significa che tali punti non erano rilevanti nel caso specifico e la Corte non ha ritenuto rilevante affrontarli, anche perchè la legge prevede che il medico possa congelare gli embrioni per motivi sanitari e le sentenze di merito hanno stabilito che non vi è differenza tra una gravidanza con la Pma e una naturale per cui non è precluso l’accesso alla 194.

1 aprile 2009 - Legge sulla fecondazione assistita

Corte Costituzionale Ufficio Stampa - La Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 14, comma 2, della legge 19 febbraio 2004, n. 40, limitatamente alle parole “ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre”. La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale del comma 3 del medesimo articolo nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, come previsto in tale norma, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. La Corte ha dichiarato inammissibili, per difetto di rilevanza nei giudizi principali, le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 6, comma 3, e 14, commi 1 e 4.


Comunicato congiunto di : Filomena Gallo per associazione Amica Cicogna e Luca Coscioni, Monica Soldano per Madre Provetta, Laura Pisano per L’altra cicogna onlus, Federica Casadei per Cerco un bimbo, Patrizia Battistini per un bambino.it.


Siamo felici perché l’impegno delle associazioni, il coraggio delle coppie e la fiducia di stare dalla parte della giustizia e della civiltà sono stati premiati in questo paese. Ci abbiamo creduto ed il diritto, non l’ideologia hanno prevalso.


Dichiarazione Congiunta degli Avv.ti Gian Domenico Caiazza, Filomena Gallo, Gianni Baldini- (difensori della coppia)-


La Corte Costituzionale, ha accolto pienamente le censure di incostituzionalità sollevate in relazione ai profili fondanti della legge 40/04. La eliminazione dell’assurdo limite dei tre embrioni e del’obbligo di impiantarli contemporaneamente in utero restituisce finalmente al medico la responsabilità delle scelte terapeutiche, alla donna la tutela della sua dignità e del suo diritto alla salute, al Paese una legge in linea con i livelli minimi di civiltà Europea. Siamo felici per tutti i cittadini italiani, ed in particolare per i nostri assistiti a cui viene restituito il coltivare un progetto genitoriale nel rispetto della propria salute e propria dignità